Come nella melma nazista
fiorì una donna nuova
di Cristiana Dobner
Etty Hillesum sta diventando, forse suo malgrado, una testimone del Novecento perché la sua vicenda personale, inserita nel contesto storico che le venne dato da vivere, trapassa i confini della sua individualità e diventa paradigma per tutti: si staglia con la sua umanità come una luce che lacera le fitte tenebre del nazismo e quelle terrificanti della Shoah.
La giovane ragazza non scriveva per lasciare una pietra miliare cui altri avrebbero fatto riferimento, in cui avrebbero letto, giorno dopo giorno, le efferatezze archiviate e comprovate, ma scriveva in piena libertà. Scriveva soprattutto per un motivo più profondo, che si scopre man mano che ci si inoltra nella sua vicenda, e che saprà consegnare ai posteri.
Questa la chiave di lettura delle copiose pagine di Diario, nella sua versione di Adelphi, finalmente integrale, un tomo di ben 800 pagine - il triplo rispetto alla prima edizione davvero mutila e mutilata - ora ricca di note e di inquadramenti storici, per comprendere la straordinaria vicenda dell'ebrea olandese, tanto straordinaria proprio perché passa per le vicende quotidiane e semplici di tutti. L'odierna edizione premette una biografia di Etty e riporta integralmente i quaderni, corredati da ampie note.
La prima edizione ridotta del Diario impediva, a motivo dei passi espunti, di cogliere il percorso religioso dell'autrice, e limitava la tensione della giovane ebrea alla sola dimensione terrena, mentre per lei ormai lo spazio si dilatava. Indubbiamente si convertiva. Il problema della cosiddetta conversione di Etty Hillesum pone un problema da chiarire: si tratta di un passaggio da una posizione agnostica e indifferente alla postura profonda di chi ha riconosciuto Dio nella propria esistenza. Non è questione legata a una religione piuttosto che a un'altra: Etty Hillesum non ha mai professato o aderito a una chiesa, quanto piuttosto ha affermato - con il pensiero, il desiderio e la vita - la Presenza di un Creatore che scopriva dimorante in sé.
Nella melma nazista, in uno dei periodi più neri della storia, fiorisce una donna nuova, come quel gelsomino sul tetto del suo garage, in piena città, in piena bufera antisemita.
Il 30 novembre 1943, stando ai dati della Croce Rossa, "il cuore pensante" valicava il confine della storia e del tempo. Noi sappiamo però che continua a pulsare nei suoi scritti: "Un'anima è fatta di fuoco e di cristalli di rocca. È una cosa molto severa e dura in senso vetero-testamentario, ma è anche dolce come il gesto delicato con cui la punta delle sue dita sfiorava le mie ciglia. (...) Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite".
(©L'Osservatore Romano 30 novembre 2012)
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